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La famiglia dovette andare in guerra E-mail

La fiducia della popolazione nella nuova moneta era agli inizi del 1900 molto forte. Una svalutazione della Corona risultava inconcepibile in diversi strati della societa’, persino durante la prima guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Il contraccolpo fu quindi ancora piu’ forte quando questo accadde.

 

Nel 1907 all’eta’ di 25 anni, la Tante Mitzi ando’ a lavorare a Venezia come domestica presso la famiglia nobile Trentin / Tami, nella loro Villa al Lido, dove imparo’ la lingua Italiana e le buone maniere. In quell’occasione conobbe anche il giovane Franz Vogl di Weigelsdorf presso Vienna, con cui sviluppo‘ un’intensa storia d’amore.

 

L’annessione di Bosnia ed Herzegowina del 1908 fu la miccia di una nuova crisi Europea. Le successive guerre balcaniche del 1912 e del 1913 incrementarono ulteriormente le tensioni tra lo stato multiculturale degli Asburgo e la Serbia.  Mentre il mondo intorno alla Tante Mitzi impazziva in guerre e distruzioni, lei rimase ben salda e fedele ai valori della Famiglia, Onesta’, Lavoro, Tolleranza e di civile convivenza.

 

Allo scoppio della prima guerra mondiale la Tante Mitzi aveva 33 anni. Il suo fidanzato fu chiamato a combattere al fronte orientale, come anche i fratelli Alois e Filipp.  Nel 1915 il Regno d’Italia dichiaro’ guerra all’Austria, ed il fronte si avvicino’ minacciosamente a Villacco. Il 16 settembre 1915 fu addirittura bombardato il Santuario del Lussari. Nel 1916 la situazione a Camporosso divento’ cosi’ pericolosa, che molti civili furono evacuati forzatamente. Anche la famiglia della Tante Mitzi si dovette trasferire, ed ando’ ad abitare a Schieffling am Woerthersee, dove Maria trovo’ lavoro come cuoca. La Tante Mitzi continuo´ a corrispondere con il suo amato Franz per tutta la durata della guerra, ma un brutto giorno del 1918 arrivo’ da Vienna la notizia della morte del suo fidanzato. La Tante Mitzi subi’ la piu’ grossa perdita della sua vita, e si ripromise di non aver mai piu’ altri uomini.

 

Nel 1918 la monarchia degli Asburgo collasso‘: il 21 ottobre 1918 fu costituito un governo provvisorio che il 3 Novembre concluse la tregua con l’Italia per la cessazione delle ostilita'. Alla fine della guerra la nuova linea di demarcazione passava a sud di Villacco e di Klagenfurt. Per contollare la linea ferroviaria Vienna-Italia le truppe Italiane si insediarono addirittura nella casema “Jägerkaserne” nel centro di Villacco.

 

Nel maggio 1918 la Tante Mitzi fece ritorno a Camporosso, seguita dai fratelli Alois e Filipp, entrambe invalidi di guerra. La loro casa nr. 83 era saccheggiata e semidistrutta, ma la sorpresa piu’ grande doveva ancora venire: nel giugno 1919 le potenze vincitrici della prima guerra mondiale firmarono il trattato di pace di Versailles, con i conseguenti accordi di Saint-Germain-en-Laye del 10 settembre 1919, che suggellarono il passaggio definitivo della Valcanale al Regno d’Italia.  Nello stesso trattato furono costituite delle commissioni volte a quantificare i danni di guerra da risarcire ai proprietari di beni mobili ed immobili. Alla Tante Mitzi fu poi riconosciuto l’importo di 1047,75 Corone Austriache come danni di guerra (ca. €5.000).

 

Di questo importo la Tante Mitzi mantenne 20 Corone d‘oro per se, mentre il resto venne versato successivamene in un libretto a risparmio della Sparkasse Villach, che allora aveva una filiale anche ad Arnodlstein. Questo libretto mostra ancor oggi un saldo attivo di 5604,66 Kr (ca. 25.000 Euro).  In quel tempo Camporosso era diventata parte del Regno d’Italia, e la trasformazione delle Corone in Lire era quasi impossibile, dato che dalla fine del 1919 e fino al 1922 la conversione delle Corone di carta nel corrispondente quantitativo d'oro fu ridotta drasticamente.

 

Nel 1924 le corone Austro-Ungariche vennero ulteriormente svalutate e convertite nello Scillino, pari a 10.000 Corone in carta. Per una corona d’oro (in moneta) si ottenevano allora 14.400 corone in carta, quindi 1,44 scillini. La Tante Mitzi era sicura che i suoi risparmi del 1919 erano al sicuro dalla perdita di valore della carta moneta. Quando pero’ nel 1924 decise di prelevare dal libretto, scopri’ che i suoi risparmi erano considerati liquidi, quindi alla stregua delle Corone in carta. Decise allora di lasciare i suoi soldi sul libretto, e per tutta la vita era solita ricordare che se con i suoi risparmi ci poteva dapprima comperare una casa, dopo la svalutazione ci poteva comperare solo un tozzo di pane.

 

Nel 1933 mori’ la madre della Tante Mitzi e Maria Autischer rimase sola. Per fortuna la ricchezza della famiglia non era in banca, ma era investita in terreni. Da un’estratto tavolare intestato al padre Filipp, risulta infatti che la Tante Mitzi eredito’ 5 Joch e 1046 Klafter (ca 32.000 metri quadri) di terreni agricoli, dopo aver assistito la madre durante gli ultimi anni di vita.